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Le tre del mattino
Premettendo che adoro questo scrittore e le sue opere, ho trovato questo libro davvero emozionante!!! Romanzo di formazione tra i più belli che abbia letto. Consigliatissimo ai papà. Utente 4372 - 6 anni fa |
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JavaScript & jQuery : sviluppare interfacce web interattive / Jon Duckett
Un buon libro per chi deve iniziare a programmare con questo linguaggio. Lo consiglio a chi è ai primi passi della programmazione web. Utente 5529 - 6 anni fa |
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Nome d'arte Doris Brilli - Andrea Vitali
VITALI... usato sicuro Utente 1429 - 6 anni fa |
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Disegnare il vento : l'ultimo viaggio del capitano Salgari / Ernesto Ferrero
Ernesto Ferrero tratteggia un ritratto di scrittore a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo con una biografia eterogena, in cui realtà e fantasia concorrono ad evocare una suggestione di verità Pagine di diario di personaggi fittizi che raccontano i loro (verosimili) incontri con Emilio Salgari sono alternate a capitoli più canonici (in terza persona), citazioni di romanzi, appunti (anch'essi immaginati) dei figli dello scrittore... Navigatore da biblioteca, viaggiatore della fantasia, bugiardo, evocatore di mondi, Salgari visse sfruttato dagli editori, ignorato dal mondo letterario, intrappolato in una situazione familiare gravosa (moglie malata psichiatrica, quattro figli da sfamare, padre morto suicida). Nei suoi melodrammi avventurosi e violenti, carichi di esotismo, sentimenti assoluti e accecanti, prosa barocca, Salgari ampliava gli orizzonti di un mondo che, con la modernità meccanica e implacabile, stava diventando sempre più opprimente e asfittico. Viaggiando sulle pagine di atlanti e reportage di viaggio e immaginandosi una improbabile carriera da marinaio, Salgari appagava il suo, e il nostro, desiderio di fuga, di giustizia, di riscatto, di amore… L'Africa in giardino, le tigri della fantasia, i duelli in punta di bastone da passeggio. Nell'inarrestabile ed ingenua eccitazione dinamica delle sue storie, Salgari dava corpo all'inquietudine dell'uomo moderno, all'ansia dello studente, all'irrequietezza del bambino, alla noia del borghese, alla frustrazione dell'operaio. È questo il riscatto definitivo della narrativa di genere. La capacità di sublimare i nostri slanci e le nostre cadute, libera da maglie ideologiche e stilistiche. Evocare tempi, spazi, sentimenti nel rassicurante recinto di moduli narrativi conosciuti. Sublimare le tossine dell'esistenza in un mondo fittizio ma fondato su di un sistema di valori condivisi e rassicuranti. "Ma per viaggiare su barche di carta costruite in quell’arsenale dei folli che sono le biblioteche, per viaggiare senza muoversi di casa, con la sola compagnia di un pacchetto di tabacco e di una bottiglia di marsala, bisogna avere talento, una pazienza, una tenacia, una rabbia che non ce l’ha nemmeno Yanez. Gloria al mio viaggiatore immobile". Utente 1016 - 6 anni fa |
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La straordinaria invenzione di Hugo Cabret : un romanzo per parole e immagini / Brian Selznick ; traduzione di Fabio Paracchini
La storia dell'orfano Hugo Cabret è un amorevole tributo al cinema delle origini rappresentato attraverso una delle sue più emblematiche figure. Recita il complemento del titolo in copertina: "il primo libro in cui le parole illustrano le immagini". Le parti scritte come un romanzo si alternano a delle illustrazioni che portano avanti la narrazione integrandosi con il testo scritto. Lo scritto è necessario al racconto tanto quanto l'immagine, un elemento non può prescindere dall'altro. La parola diventa immagine per poi ritornare parola in un'alternanza ritmata che durante la lettura restituisce l'impressione di vivere nella testa di un regista che, leggendo un soggetto letterario, traduce le parole in immagini con la sua fantasia. Un tomo spesso (quasi 550 pagine) e prezioso: le parti illustrate danno il meglio sulla carta stampata e risulterebbero sminuite da una fruizione digitale. Sfogliare manualmente le pagine poi è come guardare in rapida successione una serie di fotogrammi che prendono vita sotto i nostri occhi. Il film di Scorsese è altrettanto interessante (uno dei pochi film in cui le 3D hanno ragion d'essere) ma la lettura di questo libro è un esperienza consigliatissima. Utente 1016 - 6 anni fa |
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Il conte di Montecristo / Alexandre Dumas ; traduzione di Emilio Franceschini ; con uno scritto di Andrè Maurois
Il padre spirituale di tutta la narrativa di genere e di tutta la serialità in ogni forma e manifestazione, anche di quella contemporanea. Un romanzo d'appendice ingenuo, manicheo, stilisticamente grezzo, sentimentale e che spesso si perde in lungaggini. Nonostante i limiti della sua natura popolare e di intrattenimento mantiene una freschezza, un dinamismo, una forza magnetica per il lettore e una morale condivisibile anche a distanza di quasi due secoli. Senza ombra di dubbio il romanzo più avvincente e divertente che abbia mai letto. Utente 1016 - 6 anni fa |
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MagicoVento : la guerra delle Black Hills / Gianfranco Manfredi
La serie a fumetti di Magico Vento consta di 131 numeri usciti in edicola con cadenza mensile (inizialmente, poi bimestrale) dal 1997 al 2010. Scritta da Gianfranco Manfredi e disegnata da diversi validi artisti (Andrea Venturi, Pasquale Frisenda, Corrado Mastantuono, Ivo Milazzo, José Ortiz, Luigi Piccatto, Bruno Ramella, Giuseppe Barbati, Goran Parlov...) In questo volume cartonato da libreria si ripropone un ciclo di 5 albi che racconta le vicende della battaglia di Little Big Horn. Questo fumetto rappresenta lo stato dell'arte e il canto del cigno della Bonelli Editore. Una serie che riesce ad essere al tempo stesso autoriale per contenuti e scrittura e popolare per stilemi di genere e potere di svago. Come il Dylan Dog degli anni migliori ma con il valore aggiunto di uno sceneggiatore unico e soprattutto di una continuity sempre presente ma mai oppressiva. Come Ken Parker ma più colto e avvincente, linguisticamente meno sperimentale e quasi sempre disegnato benissimo. Un fumetto che ha come primo obiettivo quello di costruire una narrazione solida e come seconda istanza quella di portare contenuti storici, culturali, sociali e politici. Manfredi si fa portavoce della prospettiva indiana assecondata dal suo sguardo "di sinistra"; sguardo che rimane sempre aperto al dubbio e all'equilibrio, evitando qualsivoglia forma di buonismo paraculo e conquistando potenzialmente lettori di ogni credo politico. La storia proposta dal volume in questione è godibile di per sé ma conoscendo personaggi e retroscena acquista fascino e valore. Serie da recuperare in toto. Utente 1016 - 6 anni fa |
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La mia vita da zucchina / Gilles Paris ; traduzione di Paola Lanterna
"La vita assomiglia al cielo con le sue schifose nubi che pisciano infelicità" Il libro dà voce a Icaro, soprannominato Zucchina, bambino senza padre e con una madre depressa e assente. Zucchina un giorno uccide la madre per errore giocando con una pistola carica. In una casa di accoglienza per bambini senza famiglie ritroverà poco a poco la serenità grazie all'affetto del gendarme Raymond e all'amore della compagna Camille. Il narratore è il piccolo Zucchina. Il linguaggio e le riflessioni vogliono essere quelle di un bambino delle elementari. Dare voce ai pensieri dell'infanzia è difficile perché si corre il rischio di riproporre riflessioni da adulti con un linguaggio che imita goffamente quello dei bambini. Nella vita di tutti i giorni succede che un bambino con la sua ingenuità e il suo punto di vista guardi le "cose dei grandi" da una prospettiva diversa, profonda e poetica. Questi momenti di verità puntellano l'esistenza di qualsiasi bambino. Il limite del romanzo è che il piccolo Zucchina e la sua cricca di amici hanno una profondità di giudizio e analisi sulle "cose dei grandi" praticamente infallibile. La loro ingenuità e il loro candore producono sempre riflessioni poetiche, massime di saggezza, contrappunti acuti al modo di pensare degli adulti. Nella lettura si percepisce spesso questo limite di verosimiglianza che rende i personaggi, per quanto dolci e sensibili, un po' troppo artificiali. Bambini così non esistono ma tutti i bambini, ogni tanto, parlano e pensano in questo modo e in alcuni momenti della lettura ci si ricorda come pensavamo e vedevamo le cose quando avevamo sei anni. Utente 1016 - 6 anni fa |
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Drive-in : la trilogia / Joe R. Lansdale
Il primo romanzo della serie colpisce, graffia, diverte. Un horror fantascientifico surreale in cui si critica senza troppi sofisimi la cultura consumistica e, più in generale, la natura umana. L'essere umano messo di fronte ai suoi bisogni primari si rivela per quello che è: il giudizio non è pietoso. Disturbante e con alcune trovate geniali (la comunione cattolica in versione cannibale, il rapporto tra percezione della realtà e immagini video, la descrizione delle psicologie con pochi ficcanti tocchi).
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Furore / John Steinbeck ; traduzione di Sergio Claudio Perroni ; introduzione di Luigi Sampietro ; postfazione di Mario Andreose
"The Grapes of Wrath" di Steinbeck, romanzo denuncia che narra l'epopea di una famiglia di contadini dall'Oklahoma alla California tra fame, miseria, sfruttamento. Un pugno nello stomaco, violento e netto. Capitoli "corali" in cui si descrive con taglio cinematografico le condizioni dei lavoratori e della società si alternano al racconto dell'odissea della famiglia Joad, raminga su di un vecchio furgone scassato ad inseguire il sogno di una vita migliore sulla Route 66. Pubblicato in Italia coraggiosamente da Bompiani nel 1940 con una traduzione poco fedele, con molti tagli ed un titolo più bello dell'originale (Furore).
Capolavoro imprescindibile. Utente 1016 - 6 anni fa |
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