Community » Forum » Recensioni

I confini di Babele / di Andrea Moro ; nota introduttiva di Noam Chomsky
0 1
MORO, Andrea <1962->

I confini di Babele / di Andrea Moro ; nota introduttiva di Noam Chomsky

Milano : Longanesi, 2006

Abstract: Andrea Moro introduce a una delle scoperte più attuali e importanti nell'ambito della linguistica: le grammatiche possibili non sono affatto infinite, e il loro numero è limitato dalla struttura biologica del nostro organismo. Dopo una sintesi delle ricerche degli ultimi cinquant'anni, l'autore illustra due recenti esperimenti nell'ambito delle neuroimmagini, che hanno segnato un cambiamento radicale nel modo di studiare il linguaggio, per concludere con una proposta di ricerca al confine tra biologia e linguistica, un ambito di indagine che sta emergendo nella comunità scientifica come prospettiva dominante per il futuro.

76 Visite, 1 Messaggi
Utente 26700
76 posts

Con il suggestivo titolo I confini di Babele, Andrea Moro si pone il seguente interrogativo: “perché non tutte le grammatiche concepibili sono realizzate?”. Il libro è un approfondito saggio di linguistica, che analizza specialmente le strutture della sintassi comparando diverse lingue, includendo considerazioni sull’origine del linguaggio, sull’apprendimento della lingua madre nei bambini, sulle analisi delle attività cerebrali nei soggetti posti davanti ad un testo che vien dato loro da leggere o da ascoltare.
Centrale il capitolo nel quale l’autore, rifacendosi alle nozioni della grammatica generativo-trasformazionale di Noam Chomsky, analizza la possibilità di modificare l’ordine dei sintagmi di una frase o di ampliare la frase con nuovi sintagmi, considerando se questa mantenga o meno il suo senso e la correttezza grammaticale.
A titolo di esempio si osserva:
Un matematico racconta molte storie (corretta o "grammaticale")
Un matematico raccontano tante storie (scorretta o meglio "agrammaticale")
I ragazzi che conoscono un matematico raccontano tante storie ("grammaticale").
Nell’ambito del confronto tra le lingue il lettore viene a saper che le lingue parlate nel mondo sono un numero compreso tra 6000 e 7000, ma è certamente una stima al ribasso, se si considerano le circa 300 varietà di dialetti italiani. E’ certo d’altra parte che gli idiomi sarebbero molti di più, anzi un numero pressoché infinito, se si dovessero combinare in altrettante parlate tutte le possibili strutture della sintassi. Un’operazione di questo genere condurrebbe alla scoperta di una sorta di tavola di Mendeleev delle lingue. Sorprenderà per altro il linguista non esperto sapere che ci sono delle lingue nel quale il corretto ordine delle parole in una frase è radicalmente diverso da quello che si usa in italiano.
Mara ha detto che Gianni ha visto quella foto
riscritta con lessico italiano e sintassi giapponese (una lingua al di fuori dei confini di Babele), risulterebbe:
Maria Gianni quella foto visto ha detto che ha.
Molto interessanti anche le osservazioni sulle lingue creole, che coniugano i verbi dando sfumature di diverso significato con l’accostamento dei monosillabi bin, go, stay, che esprimono rispettivamente anteriorità, irrealtà e continuità); cosicché avremo:
he walk = egli cammina
he bin walk = egli camminava
he go walk = egli camminerebbe
he stay walk = egli sta camminando
e con ulteriori combinazioni:
he bin go walk = egli avrebbe camminato (anteriorità e continuità
he bin stay walk = egli starebbe camminando (irrealtà e continuità).
In altre pagine Andrea Moro considera l’unicità del linguaggio umano al confronto delle diverse modalità di comunicazione degli animali, basandosi soprattutto sui costrutti sintattici, totalmente estranei anche alle specie animali più evolute; osserva d’altra parte, citando Chomsky, che nell’apprendimento della lingua madre da parte dei bambini si assiste a vari fenomeni che inducono a pensare che “acquisire una lingua è una cosa che a un bambino succede, non una cosa che un bambino fa… Esattamente come a un bambino succede che gli crescano il fegato o i polmoni”.
Per quanto riguarda lo studio delle attività cerebrali connesse al linguaggio l’autore si rifà agli studi di neurologia relativi all’area di Broca rilevata come parte del cervello dove si elabora il linguaggio; considera tuttavia che alla luce di più recenti esperimenti condotti con la tecnica delle neuroimmagini, anche altre aree sono coinvolte nei processi di apprendimento e comunicazione linguistica. Rileva infine quanto molto rimanga ancora da scoprire nell’ambito della natura e dell’evoluzione del linguaggio umano e dei nessi tra linguistica e neurologia. “Se ho dato la sensazione di aver risolto tutto e tutto possa essere compreso - conclude - o peggio, sia stato già compreso, allora avrei sbagliato. Mi sono ormai convinto che il linguaggio è per l’uomo un po’ come la tartaruga per Achille: tutte le volte che ci avviciniamo, lei va avanti di un passo e ci lascia a bocca asciutta. Ma sono così ottimista da pensare che tutti insieme possiamo arrivare così vicino da guardarla dritta negli occhi, la nostra tartaruga”.
(Gregorio Curto - 2021-01-16)

  • «
  • 1
  • »

1173 Messaggi in 1138 Discussioni di 160 utenti

Attualmente online: Ci sono 41 utenti online